Nataša Milivojevič è una di quelle persone che non si possono trascurare o dimenticare. La sua presenza rallegra semplicemente la giornata.

I suoi occhi riflettono un mondo in cui i colori, le texture e le storie parlano più delle parole. Da bambina ha vissuto con l'arte. Disegnare, scolpire, dipingere: lo dava per scontato, come respirare. Non ricorda un giorno in cui non abbia creato. Già da bambina vedeva l'anima in una sedia disegnata e sentiva le storie di coloro che l'avevano usata in un vecchio armadio.

Il suo percorso non è sempre stato facile, ma non ha mai vacillato dalla sua verità e dal suo amore per l'arte. Ha deciso di studiare restauro perché è sempre stata attratta dal recupero di ciò che è vecchio e dimenticato. Non le bastava creare qualcosa di nuovo, voleva salvare, conservare e prolungare la vita di oggetti che oggi molti ignorano. Ogni mobile, ogni oggetto che le capita tra le mani riceve un nuovo scopo, un nuovo respiro, ma conserva le sue origini, la sua storia e la sua identità.

Per lei il restauro non è solo un mestiere, ma un legame sensuale e profondo con il passato. Vede nel pezzo che riceve non solo una superficie incrinata o una vernice scheggiata, ma le mani di sua nonna che ogni sera mettevano una tazza di tè su quella sedia o su quel tavolo. Vede suo nonno seduto accanto a quel mobile, sera dopo sera, a conservare lettere, fotografie e ricordi. Ogni pezzo che restaura racconta una storia, e nelle mani di Natasha quella storia ha la possibilità di continuare a vivere.

Pone particolare attenzione al patrimonio culturale sloveno. Spesso restaura oggetti provenienti da case coloniche slovene, da ville cittadine del secolo scorso o dalle botteghe artigiane dove vivevano e lavoravano i nostri antenati. "La Slovenia è piena di tesori nascosti", dice. "Nelle soffitte, nelle cantine e nelle case antiche ci sono oggetti che molti vedono come vecchi rifiuti. Ma questi oggetti sono preziosi portatori di memoria. Sono un ponte con gli antenati. Sono la nostra storia che possiamo toccare".

Nataša investe nel suo lavoro un immenso rispetto per la tradizione, ma allo stesso tempo il suo senso artistico che eleva ogni pezzo a qualcosa di più. Che si tratti di un'umile cassapanca di legno o di una credenza ornata, Nataša li tratta con lo stesso grado di amore e attenzione.

Nel corso degli anni, ha contribuito a preservare innumerevoli pezzi che altrimenti sarebbero finiti in discarica o nei forni. Molte famiglie si sono commosse fino alle lacrime quando ha restituito la sedia restaurata del nonno o la credenza della nonna. Quando i vecchi mobili risplendono di nuova bellezza, mantenendo lo spirito del tempo, per lei significa più di quanto le parole possano descrivere.

In un'epoca in cui il mondo va di fretta e in cui dominano i prodotti di massa senz'anima, mi sembra che il suo lavoro trasmetta un messaggio per cui vale la pena fermarsi. Che vale la pena ascoltare le storie dei nostri antenati e sentirle attraverso il legno, il metallo e i tessuti. I valori che trasmette attraverso il suo lavoro sono quelli che ci tengono in piedi come nazione: il rispetto per le nostre radici, per l'artigianato e per il passato che ci ha plasmato.

"Ogni pezzo è come una vecchia canzone", dice. "Anche se è consumata e quasi cancellata dal tempo, con il giusto approccio può essere suonata di nuovo. E quando quella canzone viene riascoltata, è allora che la cultura continua a vivere".

Nataša è per me la più grande artista. Non solo perché la conosco e perché sa creare bellissimi dipinti, sculture e disegni, non solo perché dà vita agli oggetti, ma perché lavora con il cuore. Ogni suo restauro è una dedica alla vita che è stata e a quella che verrà. Non è solo l'arte a vivere in lei: la Slovenia vive in lei. I suoi antenati. Il suo futuro. Il suo impegno gentile ma incrollabile a ricordare chi siamo.

E quando la sera si siede, stanca, al tavolo che ha ricostruito da sola e vi appoggia i pennelli, tutto sembra a posto. È allora che traspare quella che chiamiamo l'anima di una stanza. E in quel silenzio, quando solo il legno parla, si sente che l'arte è eterna. Proprio come l'amore per la casa. E per tutto ciò che si fa con il cuore. 

Zala Krupljan, 25 maggio 2025

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